Murano è un’isola di circa 4000 abitanti, situata nella parte nord della laguna di Venezia, famosa in tutto il mondo per essere la sede della prestigiosa arte della lavorazione del vetro artistico. Il nome Murano deriva da Amurianum, che a sua volta deriva da Amurianas, una delle porte dell’antica città romana di Altino (situata nei pressi della laguna veneta), dalla quale alcuni abitanti scapparono dall’invasione dei barbari, per rifugiarsi nelle isole della laguna di Venezia.

 L’attività di lavorazione del vetro, comincia a Venezia nel decimo secolo, per poi trasferirsi nel 1291 sull’isola di Murano, un po’ per evitare i frequenti e pericolosi incendi, e un po’ per circoscrivere la possibilità di diramare i segreti dell’arte vetrai.
L’arte del vetro fu nota agli abitanti di Murano, sia per le loro origini romane, sia grazie alle conoscenze trasmesse dagli immigrati dall’Est, che fuggivano da Costantinopoli.

Murano divenne così il primo distretto industriale al mondo; mentre adesso è la sede della lavorazione di prodotti artistici e di lusso, un tempo possedeva il monopolio della produzione commerciale in Europa. L’imposizione del trasferimento delle fornaci a Murano, e quindi anche quello dei vetrai e delle loro rispettive famiglie, è stata accompagnata da una serie di incentivi e al contempo di restrizioni istituiti dalla Repubblica di Venezia. I maestri vetrai raggiunsero un elevato status sociale, ben al di sopra di quello di altri artigiani del tempo. Alle figlie dei Maestri del Vetro veniva consentito di sposarsi con la nobiltà veneziana. I maestri vetrai erano inoltre autorizzati a portare una spada e godevano dell’immunità dai procedimenti giudiziari. Questi erano incentivi non solo diretti a convincere i maestri vetrai a trasferirsi sull’isola, ma erano anche un incoraggiamento per i loro figli a continuare la lavorazione del vetro.

Sin dalle origini, le aziende che operavano nel distretto del vetro di Murano salvaguardavano il proprio know how attraverso lo strumento del segreto, in taluni casi il senato veneziano poteva rilasciare ai padroni più brillanti e meritevoli un brevetto, ma tale prassi rappresentò casi eccezionali. Di conseguenza, in larga misura, le tecniche produttive, analogamente alle ricette per la preparazione della pasta vitrea, erano tramandate da padre a figlio.